Se non puoi comprare casa subito puoi avvalerti di una formula che ti consente di farlo nel tempo
Vorresti acquistare casa ma non hai il giusto denaro contante neanche per un acconto né puoi sottoscrivere un finanziamento per un mutuo? Il tuo lavoro è soggetto a trasferimenti e prima di fare il grande passo vorresti sicuro? Se il percorso tradizionale non è fattibile, una volta trovata l’abitazione ideale puoi optare sicuramente per la locazione. Devi sapere che esiste una formula che ti consente di prendere una casa in affitto per un certo periodo di tempo con la possibilità di acquistare l’immobile prima della scadenza del contratto, si chiama affitto a riscatto. In questo articolo vediamo insieme di cosa si tratta e come funziona.
Meglio comprare o acquistare una casa?
In Italia esiste il mito del mattone. Comprare casa è un’esigenza, a volte un vero e proprio lusso, soprattutto se si ha famiglia. Non sempre, dunque, è possibile investire in una proprietà immobiliare. Senza entrare nel merito – di questi tempi i motivi possono essere molti e di vario genere – sempre più gente decide di vivere in affitto. Soldi spesi a fondo perduto? Non sempre, l’alternativa è l’affitto a riscatto, un contratto d’affitto in cui le parti, locatario e locatore, si impegnano affinché sia possibile acquistare la casa in affitto alla scadenza stabilita.
In poche parole, l’affitto con diritto di riscatto conosciuto anche come rent-to-buy è un tipo di contratto che consente di prendere in affitto una casa divenendone proprietario dopo un determinato periodo di tempo. Il proprietario dell’immobile lo concede in locazione sapendo che il vero interesse dell’affittuario è quello di acquistarlo pagando un riscatto finale.
Chi non può permettersi l’acquisto dell’immobile subito, infatti, potrà prenderlo in affitto e avere così il tempo necessario per lavorare e risparmiare per poterlo riscattare. Il canone mensile versato per tutta la durata del contratto di locazione verrà poi conteggiato e scalato dal prezzo finale della casa.
Cosa c’è da sapere sul contratto di affitto con diritto di riscatto
I contratti di affitto con possibilità di riscatto generalmente sono costituiti da due parti: il contratto di locazione standard e l’opzione di acquisto in un secondo momento. Attenzione, si parla di possibilità, non di obbligo. Se al termine del contratto di locazione si decide di non acquistare l’immobile l’opzione scade e l’inquilino può lasciare l’abitazione.
La norma, infatti, non prevede un obbligo reciproco delle parti a concludere l’atto di compravendita immobiliare, né prevede che il trasferimento del bene si verifichi automaticamente a conclusione del periodo di utilizzo, tuttavia, riconosce al conduttore la prelazione e il diritto all’acquisto. Il termine entro il quale il conduttore potrà decidere di acquistare la casa è stabilito dalle parti entro i dieci anni.
Questo tipo di contratto si rivela molto vantaggioso sia per il venditore sia per l’acquirente in quanto meno impegnativo dal punto di vista finanziario: il potenziale acquirente diventa inquilino e il venditore rimane proprietario per tutto il periodo di affitto.
Ovviamente, nel contesto di un contratto di affitto con riscatto vigono specifici obblighi e doveri previsti dal codice civile per ciascuna delle parti:
- a differenza di una vendita tradizionale, il potenziale acquirente non deve pagare l’intero prezzo dell’immobile al momento della firma del contratto in quanto pagherà il suo acquisto sotto forma di un canone mensile composto da una quota di affitto e una quota di anticipo per il suo acquisto. Quest’ultimo costituisce un contributo che verrà detratto dal prezzo di vendita al momento dell’esercizio dell’opzione di acquisto. Il valore di riscatto sarà determinato e inserito nel contratto iniziale, pertanto l’inquilino, durante il periodo di locazione, avrà tutto il tempo per valutare l’immobile in questione e se procedere all’acquisto;
- l’acquirente entra in possesso della casa alla stipula del contratto di affitto ma con la clausola che la proprietà resti del venditore fino al versamento integrale del prezzo, ossia, fino a quando si esauriscono le rate. Se quest’ultimo non esercita l’opzione di acquisto perde le somme pagate a titolo di affitto e l’immobile può essere venduto ad un’altra persona.
- le parti sono libere di stabilire il periodo di noleggio che preferiscono, tuttavia, il proprietario non può annullare la sua volontà di vendere l’immobile quando l’inquilino conferma la sua intenzione di acquistarlo, potrebbe, invece, correre il rischio di non vendere la proprietà all’inquilino acquirente che ha comunque il diritto di rimanere nell’immobile anche se la vendita non si concretizza fino a tutta la durata del contratto;
- se il locatario sceglie l’opzione di acquisto, la quota di deposito può essere riscossa in anticipo, di contro, alla fine del periodo di affitto, perderà il deposito a favore del proprietario;
- in caso di mancato pagamento dei canoni mensili l’inquilino ha l’obbligo di lasciare libero l’immobile, rendendo nullo il contratto, in tal caso il proprietario potrà esercitare il diritto di trattenere a titolo di indennizzo quanto percepito fino a quel momento. Se, invece, fosse il venditore inadempiente, questi dovrà restituire le somme fino a quel momento versate dall’inquilino per la parte corrispettiva alla vendita oltre agli interessi legali;
- il passaggio di proprietà avverrà solo al termine del periodo di locazione, se viene esercitata l’opzione di acquisto l’inquilino, nel mentre, deve rispettare i suoi obblighi e assumere i canoni di locazione, il tributo per i servizi indivisibili, la tassa sui rifiuti, le spese ordinarie e straordinarie manutentive e di ristrutturazione. Le imposte legate alla proprietà dell’immobile, invece, restano a carico del proprietario fino a quando non cederà il bene in via definitiva.
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